Benvenuti nel Blog

Percentuale di archiviazioni per i reati di cui agli artt. 388, 570, 572, 612bis (Stalking): oltre il 50% (fonte: Procura della Repubblica di Roma)
Percentuale di False Denunce per Stalking: oltre il 50% (fonte: Ministero dell'Interno)
"Lo Stalking in Italia è una legge giusta, ma spesso usata per fini strumentali" (Barbara Bresci, Magistrato)


Il fenomeno delle False Accuse di Stalking e dell'uso strumentale della legge è una REALTA' SCOMODA di cui ancora non si parla.
Se siete Vittime di False Accuse di Stalking raccontate le vostre esperienze e testimonianze.
Pubblichiamo le vostre storie, link esterni di informazione e contenuti inediti.
Contatti: vifast.italia@gmail.com vifast.associazione@gmail.com
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venerdì 21 settembre 2012

PETIZIONE RACCOLTA DI FIRME PER LA MODIFICA DELLA LEGGE SULLO STALKING art612bis PER IMPEDIRE LE FALSE ACCUSE DI STALKING



Articolo 50 - Costituzione Italiana
Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità.




Parte la prima raccolta di firme per chiedere la modifica della legge sullo Stalking in modo da impedire che vengano agite False Accuse.
Per firmare la petizione:
1) clicca il link sottostante
2) inserisci i tuoi dati e la tua mail. L'email deve essere valida al fine di poter convalidare la tua firma, che altrimenti verrà annullata.
Puoi inoltre diffondere e condividere la petizione aiutando gli altri a venirne a conoscenza affinchè quante più persone possibile la firmino.
Se vuoi aggiungere qualcosa commenta o scrivici vifast.italia@gmail.com
FIRMA LA PETIZIONE:


"Il fenomeno delle false accuse di Stalking a fini strumentali è in continua crescita, ed è riconosciuto anche in ambito forense e da alcuni magistrati.
Le false accuse di stalking sono una forma di abuso gravissima e subdola.
Le false accuse di stalking SONO Stalking.
La legge sul 612bis così come è si presta a strumentalizzazioni da parte di persone che muovono false accuse e non garantisce i diritti dell'imputato vittima di false accuse, è quindi necessari cambiarla sia per tutelare le vere vittime di stalking alle quali vengono in questo modo sottratte delle risorse (lavoro delle forze dell'ordine, indagini ecc.) sia per dissuadere soggetti in malafede dall'agire azioni legali strumentali ed isolare i casi di false accuse.
La gente che viene condannata in tutti e tre i gradi di giudizio è costretta a ricorrere alla Corte Europea di Strasburgo dove l'Italia è gia stata sanzionata diverse volte per questo.
Anche il fenomeno della "False Victimization Syndrome" è riconosciuto all'estero e documentato da bibliografia e studi specifici.

Numerose persone fanno denunce con false accuse di stalking per i motivi più disparati: tra i più comuni vendette, richieste economiche di risarcimenti per ipotetici danni subiti, allontanamento dei figli dal genitore non affidatario nelle cause di separazione.
E' importante per tutta la collettività che questa legge venga rivista e modificata al più presto in modo che non possa più venire strumentalizzata per muovere false accuse perchè questa legge così come è è pericolosa per tutti.
Le denunce per le false accuse di stalking ed i processi che ne derivano , oltre a mettere nei guai e devastare con questa forma di abuso infamante emotivamente, psicologicamente ed economicamente persone innocenti, impegnano tempo e risorse che le forze dell'ordine potrebbero dedicare a indagare e perseguire i veri stalker e ad aiutare le vittime di vero stalking; non chè sono uno spreco di soldi pubblici della comunità.
Le modifiche che sarebbero necessarie sono:
1) Obbligo dell'ammonimento. Molte persone vittime di false accuse sono state arrestate in attesa di giudizio.
2) Obbligo per chiunque presenti una denuncia per Stalking di sottoporsi a perizia psichiatrica. Ciò permetterà di appurare se il denunciante sia veramente "vittima" e che tipo di danni psicologici ed emotivi abbia veramente subito da parte del presunto stalker nel caso in cui il denunciante sia realmente una vittima di stalking; e di evidenziare eventuali disturbi psicotici della personalità e/o eventuali tentativi e forme di rendere dichiarazioni mendaci e strumentali se invece non lo è.
3) Possibilità per l'imputato di richiedere una perizia psichiatrica per chi lo accusa in qualsiasi momento del processo.
4) Obbligo per chi presenti una denuncia per Stalking di fornire PROVE OGGETTIVE di quello che dichiara. Allo stato attuale ci sono sentenze come la 42953/11 che affermano che, per l'irrogazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento all'abitazione della persona offesa, possono essere considerate sufficienti, ai fini della configurabilità dei gravi indizi di reità, anche SOLO LE INFORMAZIONI rese da quest'ultima.
Un altra sentenza, la 42953 del 21.11.2011 dice che:
La sussistenza dei gravi indizi si fonda sulle dichiarazioni della persona offesa che, come è noto, possono essere assunte, anche da sole, come prova della responsabilità della persona accusata, non necessitando le stesse di riscontri esterni.
In pratica chi fa una denuncia per stalking può DIRE QUALSIASI COSA e FARE QUALSIASI ACCUSA perchè basta la sua parola. E' facilmente intuibile che formulare false accuse di stalking contro chiunque sia facilissimo. In questo sta la pericolosità di questa legge: chiunque puo essere accusato di stalking con false accuse che non necessitano di essere provate.
5) Impossibilità per chi fa una denuncia per stalking di rimettere querela.
Secondo l'art 376 del codice penale ritrattare la denuncia annulla il reato di "Falsa testimonianza" e simili, ma non quello di calunnia.
Chi fa delle false accuse di stalking invece deve poter essere perseguito anche per FALSA TESTIMONIANZA"


IL FENOMENO DELLE FALSE ACCUSE DI STALKING E' IN AUMENTO. IL FENOMENO DELLO STALKING VERO E' IN AUMENTO A SUA VOLTA. LE VITTIME DI FALSE ACCUSE SI LAMENTANO, LE VITTIME DI STALKING SI LAMENTANO, MA QUESTA LEGGE CHE COSA HA COMBINATO????


STALKING: PERCHE' LA LEGGE ATTUALE E' INEFFICACE

Il fenomeno dello stalking è un problema grave e quotidiano: 1 italiano su 5 ne è vittima.
A poco o a nulla è valsa la legge del 2009 che introduce l’articolo 612-bis nel codice penale e che recita così: “« Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita ».
Purtroppo le cronache di questi mesi sono testimoni dell’inefficacia di tale legge, poichè per il substrato psicologico che sta alla base di tali atti persecutori, la coercizione può solo peggiorarne l’esito.
Infatti,ogni giorno c’è una donna che muore (l’86% delle vittime è donna) o viene gravemente ferita per mano del suo ex-marito, fidanzato, spasimante.
La domanda che devono farsi oggi i professionisti della salute mentale è “ Perché di stalking si continua a morire?”
La risposta sta, a mio avviso, nella possibilità di attivare veri e propri T.P.O (Trattamenti Psicologici-Psicoterapici Obbligatori) che prendano in carico lo stalker.
Una volta ho avuto modo, parlando con un Giudice, di avanzare questa mia idea e mi sono sentita rispondere che non si può agire in maniera coercitiva “perché non si può fare la radiografia ai pensieri della gente”. Insomma come a dire” Non è sicuro che l’ammazzerà!”

Purtroppo le percentuali dicono l’opposto : il 20% degli omicidi ha avuto come premessa un atteggiamento persecutorio sfociato in violenza fisica.
E’ molto probabile che se lo stalker venga costretto piuttosto che ad allontanarsi dalla vittima , ad avvicinarsi al proprio mondo interiore tramite un percorso riabilitativo, le idee fisse e le ossessioni man mano cessino.
A mio avviso è imprescindibile un recupero delle persone sotto il profilo psicologico, in quanto gran parte degli stalker presenta una struttura di personalità patologica, che impedisce di elaborare e superare un abbandono e di vedere l’altro come persona e non come mero oggetto del desiderio.
Con mia gradita sorpresa ho avuto modo di leggere un articolo dove si parlava di una sorta di esperimento condotto a Roma, dal 2007 dall’Osservatorio Nazionale Stalking in cui ad essere “recuperato” era proprio lo stalker. Il percorso gratuito ha permesso la risocializzazione del 40% degli stalker: un successo che fa auspicare in un futuro migliore, in cui la molestia e la violenza fisica ad opera di chi soffre psicologicamente in maniera profonda, sia solo una rara eccezione e non una squallida quotidianità.
Si sollecita l’apertura di centri d’ascolto per cosiddetti “presunti autori” anche in tutte le altre regioni d’Italia e permettere finalmente di estirpare lo stalking con la prevenzione e il recupero direttamente sullo stalker, l’origine della violenza.
Dott.ssa Laura Muscarella

(Fonte: psinfantile.com)

NON TUTTI I GIUDICI CONDANNANO, ALCUNI SONO INTELLIGENTI E CAPISCONO LA SITUAZIONE

Un 32enne d’Imperia presentando, come prove a suo favore delle foto su Facebook dell'ex fidanzata, è riuscito aottenere la condanna ad una pena, con patteggiamento, di soli otto mesi di reclusione per stalking da parte dei giudici di Sanremo.

Il 32enne ha utilizzato per la sua difesa delle foto utilizzata dalla sua ex fidanzata di 23 anni come immagini del profilo nelle queli non appare nulla di particolare, ma soltanto una ragazza normale che si diverte in discoteca con gli amici e ride insieme alle persone che le vogliono più bene. L'imputato ha dimostrato che la ragazza continuasse a vivere la sua vita senza degli evidenti problemi causati dalle sue pressioni, ed è stato utilizzato come prova a suo favore.

I giudici hanno dato ragione al giovane. Infatti se la ragazza ha continuato a trascorrere serenamente i propri giorni senza nessun cambiamento, non era possibile accusare il 32enne di stalking che le avrebbe fatto smettere di vivere la propria vita con felicità frequentando le discoteche.

Comportamenti del giovane nei confronti della ex-ragazza che, però, sono stati considerati comunque lievi nella loro gravità. Una decisione che pone nuovi interrogativi sui limiti del social network, ma anche sui limiti dello stalking, che molto spesso non viene giudicato dai giudici come un reato troppo serio.


(Fonte: newnotizie.it)

CONSIGLI PER LE VITTIME DI FALSE ACCUSE


Se sei accusato ingiustamente


Gli errori da evitare*

Nell’immediato
Non pensare mai: “sono innocente e quindi non ho nulla da temere”. Quando una persona innocente riceve accuse false e assurde, spesso la sua reazione è di sottovalutare il problema, considerandolo un banale malinteso destinato a chiarirsi rapidamente. Gli innocenti si fidano del sistema giudiziario e spesso pensano di non aver bisogno di un avvocato. Invece, è importante che le accuse vengano prese sul serio fin da subito.
Non vergognarti. Se sei innocente non hai niente di cui vergognarti. Contatta subito amici e familiari e spiega loro cosa è successo: la gente tende a farsi un’opinione e a prendere posizione molto in fretta.
Non fare dichiarazioni alla polizia se non in presenza di un avvocato. In teoria la Costituzione riconosce il principio della presunzione di innocenza, secondo cui si deve essere considerati innocenti fino a prova definitiva della colpevolezza, ma nei casi di sospetti abusi all’infanzia, la polizia, gli inquirenti, i servizi sociali e i medici potranno, in buona fede, partire da una presunzione di colpevolezza. Se convinti della colpevolezza, durante gli interrogatori gli inquirenti potranno esercitare pressioni per spingere l’accusato (in evidente condizione di inferiorità, magari perché in custodia cautelare o spaventato) a confessare.
Cerca sostegno. Organizza una raccolta fondi, o trova qualcuno che lo possa fare per te.

Nella scelta di un avvocato
Non scegliere un avvocato dalle Pagine Gialle. La tentazione sarà di scegliere un avvocato locale con scarsa esperienza in questo tipo di cause. Questo è un errore da evitare ad ogni costo.
Scegli un avvocato con esperienza nel settore. Le cause di falsi abusi all’infanzia sono complesse, anche perché (per definizione) i fatti contestati non si sono verificatiTrova un avvocato con esperienza specialistica e che abbia credenziali di diligenza, integrità e successo.
Se non puoi affidarti al miglior avvocato, ma devi avvalerti di qualcuno senza esperienza in queste cause, insisti perché il tuo avvocato si consulti con un esperto. Se rifiuta di farlo, cambia avvocato. Se devi usare un avvocato d’ufficio, cercane uno che sia pronto ad ascoltare le tue domande e rispondere alle tue telefonate. Spesso gli avvocati d’ufficio sono malpagati e sovraccarichi di lavoro, ma molti lavorano con coscienza e competenza.
Segui il caso. Come in qualsiasi altra causa legale, è necessario che tu partecipi alla tua difesa. Tieni appunti su tutto ciò che ti accade. Conserva un archivio con tutti i documenti ufficiali e una cronologia precisa del caso.
Informati. Leggi tutto quello che trovi sull’argomento. Per cominciare consulta le fontiindicate in questo sito e il centro di documentazione www.falsiabusi.it . Se il tuo avvocato non conosce il lavoro di avvocati famosi e l’ampia letteratura scientifica riguardante il tema del corretto ascolto dei minori, insisti perché si informi.
Nel lungo termine
Assicurati di ricevere tutta la documentazione legale. Registra tutto. Le memorie e testimonianze dei bambini possono risultare contaminate da interrogatori prolungati e induttivi che si basano su una presunzione di colpevolezza. È quindi fondamentale che il tuo avvocato richieda la tempestiva trasmissione di tutte le trascrizioni e/o registrazioni delle audizioni dei bambini, che dovrebbero essere video o fono registrate in ottemperanza alle raccomandazioni della Carta di Noto . Molte persone sono riuscite a veder riconosciuta la propria innocenza quando il giudice ha visto la registrazione delle audizioni e si è accorto che le accuse erano state estratte dalla bocca di bambini con domande induttive.
Utilizza dei periti di parte. Un esperto è in grado di individuare i casi di coercizione o suggestione. Anche se il tuo avvocato crede di poter sostenere il caso senza usare dei periti di parte, insisti perché convochi degli esperti in grado di valutare le tecniche utilizzate negli interrogatori o illustrare i problemi di suggestionabilità o distorsione della memoria. 
Proteggi la tua relazione con i tuoi figli
Il Tribunale dei Minori potrà ordinare che i tuoi figli ti vengano tolti o proibirti di avere contatti con loro. Né tu né il tuo avvocato avete il potere di opporvi. Tale Tribunale ha poteri molto ampi e spesso non prevede il contraddittorio. Potete però provare a contestare la loro collocazione, che deve essere protetta ma anche neutra. Questo è un punto importanteSe il genitore affidatario ti considera colpevole potrà trasmettere ai tuoi figli la sua convinzione sulla tua colpevolezza.
Copertura mediatica
Valuta i pro e i contro. I media sono imprevedibili e potrebbero aiutarti o danneggiarti. A volte sarà meglio – per il bene della tua famiglia e del caso – evitare la pubblicità. Se necessario, tuttavia, sarà utile controbattere colpo su colpo a eventuali accuse o indizi pubblicati a mezzo stampa e tenere costantemente informati i giornalisti interessati sulle evoluzioni del caso e sulle controdeduzioni della difesa (sempre però con l’accordo dei propri legali).
Non lasciarti andare
Quando si è ingiustamente accusati è facile cadere in depressione e lasciarsi andare. Fai il possibile per preservare la tua salute e il buon umore. Cerca il sostegno e conforto di persone che hanno avuto un’esperienza simile alla tua e dei tuoi cari. Se pensi che possiamo aiutarti, contattaci. 

(FONTE: ragionegiustizia.org)


RECENTE SENTENZA DELLA CASSAZIONE CHE RIBADISCE COME BASTINO ANCHE SOLO DUE (2) TENTATIVI DI CONTATTO A CONFIGURARE LO STALKING. QUESTA LEGGE E' ASSURDA E PERICOLOSA PER TUTTI.


Per la Cassazione (quinta sezione penale) si “configura il reato di stalking anche se le molestie avvegono tramite ripetuti contatti telefonici”.
I Giudici di Piazza Cavour, con sentenza n. 14997 del 18 aprile 2012, hanno respinto il ricorso presentato da un 45enne piemontese che era stato condannato dalla Corte d’Appello di Torino per i reati di maltrattamento e di atti persecutori nei confronti della moglie.
La difesa dell’uomo lamentava in particolare che nella sentenza di condanna non si fosse tenuto conto dell’incapacità di intendere e di volere dell’uomo dovuto all’abuso di alcol ma con la citata sentenza la Corte ha tolto ogni dubbio stabilendo che “non è rilevante ai fini dell’esclusione o dell’attenuazione della colpevolezza il fatto che il molestatore telefonico fosse ubriaco”
Altro significativo aspetto analizzato dagli ermellini in questa sentenza riguarda la durata della molestia ai fini della configurabilità del reato e dunque della punibilità del reo, a tal proposito la Corte, ha chiarito che “il reato di cui all’art. 612 bis c.p. non richiede una particolare durata temporale delle condotte, essendo sufficiente la mera reiterazione delle stesse, ravvisabile anche nella commissione di due episodi di minaccia o molestia".
Quindi se litigate con qualcuno non chiamatelo o cercatelo DUE VOLTE per chiedere delle normali ed umane spiegazioni o chiarimenti, perchè per la legge è STALKING.
L'articolo 612bis permette inoltre una forma di Violenza sulle Donne LEGALIZZATA!
E' molto importante sostenere e firmare la petizione per la modifica della legge sullo Stalking che si trova qui:
http://www.avaaz.org/it/petition/Modifica_della_legge_sullo_Stalking_612bis_per_IMPEDIRE_IL_FENOMENO_DELLE_FALSE_ACCUSE_DI_STALKING_1
UNA LEGGE DEL GENERE METTE A RISCHIO LO SVOLGIMENTO DI TUTTI I RAPPORTI INTERPERSONALI TRA INDIVIDUI.


domenica 9 settembre 2012

I DISTURBI DELLA PERSONALITA' - Categorie alle quali possono appartenere persone che fanno False Accuse di Stalking

Gli individui che muovono False Accuse di Stalking possono avere dei seri disturbi della personalità, inquadrabili tra gli altri nel Disturbo Narcisistico di Personalità e Disturbo istrionico di Personalità.


Un Disturbo di Personalità rappresenta un modello di esperienza interiore e di comportamento che devia marcatamente rispetto alle aspettative della cultura dell'individuo.


La nostra personalità definisce il modo in cui ci rapportiamo con gli altri e con il mondo, rappresenta il nostro modo di pensare, di rispondere, di interagire, di percepire i vissuti di ogni giorno; essa si struttura in base alle esperienze vissute e al temperamento innato del soggetto. 

I disturbi di personalità 

Secondo il DSM IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) un Disturbo di Personalità «rappresenta un modello di esperienza interiore e di comportamento che devia marcatamente rispetto alle aspettative della cultura dell'individuo, è pervasivo e inflessibile, esordisce nell'adolescenza o nella prima età adulta, è stabile nel tempo, e determina disagio o menomazione». I disturbi di personalità comprendono un’ampia gamma di fenomeni patologici della mente non caratterizzati da specifici sintomi o sindromi (come nel caso della depressione, della schizofrenia, dei disturbi d’ansia ecc.) bensì dalla presenza stabile di tratti disfunzionali della personalità (come comportamenti, pensieri ecc.). 

I Disturbi di Personalità sono stati divisi in tre gruppi: 

Gruppo A 

Disturbi caratterizzati dal comportamento bizzarro: spesso le persone con questi disturbi appaiono strane o eccentriche, fuori dal comune.
  • Disturbo paranoide di personalità: è caratterizzato dalla tendenza persistente ad interpretare i comportamenti, le intenzioni e le azioni degli altri come malvagie con la paura ingiustificata di essere attaccati in ogni momento, senza alcuna ragione, finendo per assumere comportamenti sospettosi e ostili. Gli individui che presentano questa patologia vivono in un continuo stato di pericolo e si sentono vittime di complotti in presenza di qualunque gesto o parola che per loro assume un significato di minaccia. Tale comportamento definisce col tempo una chiusura in se stessi e comporta grosse difficoltà ad intraprendere e mantenere relazioni con gli altri. Nel disturbo paranoide non è la realtà ad essere distorta (come avviene in altre patologie) ma l'interpretazione di essa.
  • Disturbo schizoide di personalità: è caratterizzato dalla difficoltà e soprattutto dalla mancanza di desiderio a stabilire rapporti con gli altri riducendo il contatto sociale al minimo. Ogni relazione viene considerata come instabile e indesiderata e si preferisce passare il tempo da soli. Il giudizio e le critiche degli altri rimangono indifferenti a tali individui. Il pensiero degli altri non gli interessa. Le emozioni sono vissute in modo contenuto dando l'impressione di essere passivi di fronte ad ogni circostanza.
  • Disturbo schizotipico di personalità: chi ne soffre tende ad assumere comportamenti eccentrici e bizzarri e presenta stranezze nel modo di pensare (ad esempio può pensare di leggere nella mente degli altri o di sentire la presenza di un’altra persona). Spesso il pensiero e il linguaggio sono confusi ed è scarsa l'attenzione verso le convenzioni sociali. Tali comportamenti rendono difficile poter stabilire rapporti interpersonali. Gli individui con disturbo schizotipico sentono di essere diversi e di conseguenza preferiscono limitare al minimo i rapporti con gli altri.

Gruppo B

Disturbi caratterizzati da un'alta emotività: spesso le persone con questi disturbi appaiono emotivi, imprevedibili e impulsivi.
  • Disturbo borderline di personalità: è caratterizzato fondamentalmente da una forte instabilità delle relazioni interpersonali, dell'immagine di sè e dell'umore, e da una notevole impulsività del comportamento. Spesso questo disturbo si manifesta con comportamenti minacciosi e tentativi di automutilazione o di suicidio, stati di rabbia intensi e tristezza che si alternano a momenti di disforia, comportamenti che cambiano nel giro di pochi minuti o ore. La forte impulsività porta generalmente a condotte potenzialmente dannose per il soggetto come abbuffate, abuso di sostanze, guida spericolata, tentativi di suicidio, sessualità a rischio, condotte antisociali. Questo disturbo si può già manifestare nella seconda infanzia o nella prima adolescenza o in età giovanile ed è stato spesso associato ad eventi traumatici subiti nell'infanzia (abusi sessuali o fisici).
  • Disturbo istrionico di personalità: è caratterizzato dall’incessante ricerca di attenzioni e da un’eccessiva emotività che porta il soggetto a ricercare l’approvazione degli altri servendosi spesso del suo aspetto fisico accompagnato da comportamenti provocanti o seduttivi. Le personalità istrioniche presentano una notevole instabilità nei rapporti sentimentali e lavorativi in quanto tendono facilmente alla noia e non sopportano cali di attenzione, il che li spinge alla continua ricerca di nuovi stimoli. La loro preoccupazione principale è di ricevere l'approvazione e l'attenzione degli altri sentendosi a disagio quando non riescono a stare al centro dell'attenzione. Queste persone si preoccupano eccessivamente del proprio aspetto fisico, visto spesso come unico strumento per attirare gli altri, cercando sempre di essere attraenti e spendono molto tempo, energie e denaro per le cure personali. Spesso questo forte bisogno di avere costantemente affetto e attenzione è dovuto ad una carenza affettiva provata in giovane età che accompagna l'individuo con un costante timore di essere abbandonato.
  • Disturbo narcisistico di personalità: chi ne soffre è solitamente caratterizzato da un’alta considerazione di sé e dalla convinzione di essere superiore, speciale, il migliore di tutti. E' così portato a ricercare costantemente l’ammirazione degli altri e a pensare che, date le proprie qualità, tutto gli sia dovuto e che le sue esigenze vengano prima di ogni cosa. Il narcisista non si mette mai in discussione, non accetta le critiche ed è disposto, pur di guadagnare successo, a passare sopra tutto e tutti con atteggiamenti anche scorretti qualora ce ne fosse bisogno. Generalmente tende a scegliere partner deboli e sottomessi, che lo fanno sentire importante, ma non appena viene meno questa funzione vanno alla ricerca di nuovi incontri. Spesso il maggior piacere che traggono dalla relazione è nella fase iniziale, nella fase della conquista. Il narcisista non da alcuna importanza ai bisogni e ai sentimenti delle altre persone finendo per trattarle spesso come oggetti. I suoi rapporti sessuali sono vissuti con una forte ansia da prestazione che talvolta lo rende vittima di disfunzioni sessuali, da lui vissute in modo tragico. Indipendentemente dai successi ottenuti (soldi, carriera, amore), il narcisista si sente costantemente insoddisfatto e va spesso incontro a fasi depressive di cui non sa darsi una spiegazione.
  • Disturbo antisociale di personalità: gli individui con tale disturbo tendono a non rispettare in alcun modo la legge violando i diritti degli altri e le regole sociali. Non pensano alle conseguenze per sé e per gli altri delle proprie azioni ma solo al profitto e al piacere personale che ne deriva. Sono generalmente persone false e incapaci di di considerare un punto di vista differente dal loro (mancano di empatia), sono impulsive e tendono a minimizzare o mostrare completa indifferenza verso ogni loro comportamento dannoso per gli altri. Spesso il loro comportamento è irritabile e aggressivo e si mostrano cinici di fronte alla sofferenza altrui. Questi tratti caratteriali possono portare a condotte potenzialmente dannose per il soggetto come uso di sostanze stupefacenti, guida spericolata, sessualità a rischio.

Gruppo C 

Disturbi caratterizzati da una forte ansietà: spesso le persone con questi disturbi appaiono ansiosi o paurosi.
  • Disturbo evitante di personalità: chi ne soffre è una persona eccessivamente sensibile che tende ad evitare di stabilire rapporti con gli altri per la paura di essere criticato, giudicato, umiliato o ancor peggio rifiutato. A differenza degli schizoidi, il soggetto desidera fortemente avere rapporti interpersonali ma rimane bloccato dal timore di fallire o di essere deriso preferendo in tal modo evitare ogni attività che richiede un contatto sociale. Difficilmente è in grado di giudicare se stesso in modo positivo e confida sempre nel giudizio degli altri. Si sente diverso dagli altri, incapace di condividere i propri sentimenti, inadeguato, inferiore. Evitare coinvolgimenti emotivi da un lato allevia la tensione di sentirsi imbarazzato e umiliato ma dall'altro spinge ad una solitudine vissuta con tristezza che porta spesso a fasi depressive. Il sentimento cardine di questo disturbo è la vergogna che porta il soggetto ad evitare le situazioni sociali per non esporsi alla vista di tutti mostrando le proprie inadeguatezze.
  • Disturbo dipendente di personalità: gli individui con tale disturbo tendono a ricercare qualcuno che li protegga, che si prenda cura di loro, che prenda per loro tutte le decisioni, sentendosi incapaci di affrontare da soli il mondo. Tali individui presentano un timore eccessivo di separarsi dalle figure di riferimento e un ‘insicurezza diffusa in molti ambiti della propria vita; ricercano costantemente consigli e rassicurazioni per poter prendere qualunque decisione, sono disposti a tutto pur di ottenere protezione ed essere accuditi, sono fragili, spesso passivi, con una bassa autostima e sono incapaci di agire autonomamente. Per questo delegano agli altri la responsabilità della propria vita e sono incapaci di esprimere adeguatamente sentimenti di rabbia e di dissenso per la paura di essere poi abbandonati.
  • Disturbo ossessivo compulsivo di personalità: tale disturbo è caratterizzato dalla tendenza al perfezionismo e alla precisione, dalla preoccupazione per l’ordine e per il controllo di ciò che accade. Questi soggetti mostrano un'alta attenzione per le regole, sono molto concentrati sul lavoro al punto di trascurare le attività personali e le amicizie, sono spesso molto coscienziosi, scrupolosi, critici soprattutto verso i propri errori, sono avari e taccagni, cercano di accumulare denaro in previsione di imminenti catastrofi, danno un'eccessiva importanza al dettaglio tanto da perdere di vista l'obbiettivo finale. Un punto importante di questo disturbo è la razionalizzazione delle emozioni: l'individuo che presenta il disturbo ossessivo compulsivo di personalità tende a controllare il più possibile le proprie emozioni, i propri impulsi per non perdere la propria autostima o non recare danni a nessuno. Vivrà così una vita sentimentale controllata, risulterà essere rigido, impostato, noioso al punto di compromettere i suoi rapporti interpersonali.
(Fonte: psicologi-italia.it)


sabato 8 settembre 2012

Minacciata di denuncia per Stalking da uno psicotioco narcisista che la crede Innamorata di Lui - LE VOSTRE STORIE

Sei Vittima di False Accuse di Stalking e vuoi raccontare la tua storia?
Sei un legale, uno psicologo, un associazione e vuoi inviarci dei contributi da pubblicare? Scrivici a: vifast.italia@gmail.com



"Io sto subendo minacce di denunce per stalking da parte di
 una persona che mi ha rovinato la vita in tutti i modi subdoli
 e possibili negli ultimi due anni…aggressioni verbali in
 privato e in pubblico anche in situazioni di lavoro, calunnie,
 screditamento, prese in giro continue, isolamento da tutto il
 contesto sociale che ero solita frequentare dicendo
 chiaramentte che la mia presenza non gli era gradita, il tutto
 per l’idea che io fossi “attratta” da lui. 
In pratica quest’uomo, che mi ha oltretutto danneggiata e
 non poco anche dall punto di vista lavorativo, vorrebbe che
 io scomparissi dalla faccia della terra e tutti i miei tentativi di
 avere delle spiegazioni o di dialogare per far capire il mio
 punto di vista e le mie sofferenze e riprendermi almeno in
 parte la mia vita “normale”, le mie amicizie e le mie abitudini
 hanno portato me a essere minacciata di denuncia per
 stalking. 
Mi sembra che alle persone sia ormai lecito far di tutto sotto
 l’ombrello di questo termine, io non ho mai minacciato
 nessuno nè usato alcun tipo di violenza nè danneggiato
 oggetti altrui, anzi questa persona ha gettato via dei miei
 oggetti che aveva a casa per vendetta quando ho agito per
 vie legali dopo una sua scorretezza lavorativa. 
Sto cercando una consulenza ma mi sembra che l’unica sia avere soldi per pagare un buon avvocato."

Fonte: stalking.it


martedì 28 agosto 2012

LE VOSTRE STORIE - La storia di "Valeria": tra tante vittime di STALKING FINTO una vittima di Stalking Vero


Sei Vittima di False Accuse di Stalking e vuoi raccontare la tua storia?
Sei un legale, uno psicologo, un associazione e vuoi inviarci dei contributi da pubblicare? Scrivici a: vifast.italia@gmail.com


Valeria è una vittima di Stalking VERO e la sua storia costituisce un esempio di che cosè il VERO STALKING, non l'ipotetico Stalking che dice di avere subito che muove False Accuse.
Che anche qui non mancano: ad un certo punto la sua persecutrice ha tentato di fare passare Valeria stessa per la stalker.
Quindi Valeria non solo si trova a dover fronteggiare la perdita del suo amato compagno, ma deve anche subire delle pesanti molestie prima, durante e dopo.
NIENTE A CHE VEDERE CON UNA PERSONA CHE FINGE DI ESSERE VITTIMA E SI INVENTA DELLE FALSE ACCUSE DI STALKING.

"Carissima,  ti racconto la mia storia.Vorrei l'anonimato perche' il solo pensare che quella maledetta, con uno dei suoi tremila account possa leggere e possa tornare alla carica, mi fa stare davvero male.
Convivevo col mio uomo da 10 anni, un amore con la A maiuscola...lui odiava facebook e i vari social network ma, nel 2008 ho avuto la bella idea di convincerlo a iscriversi. Maledetta me.
Dopo qualche mese lui mi dice che una tizia che aveva conosciuto nel 1972 quando abitava in un'altra regione, su facebook l'aveva rintracciato (lui aveva un cognome rintracciabilissimo, era forse l'unico ad averlo in Italia)...beh, io contenta, gli dico che pure io ho trovato vecchi ex compagni delle elementari..
questa mi richiede l'amicizia.. che male c'e'? e' amica sua e la accetto.Inizio della fine... comincia a dirmi che lei era sempre stata innamorata di lui (dal 72?), che lo dovevo lasciare......  inizia a contattare tutti i miei amici, a minacciarli e a ripetere la storia che lei e lui stavano insieme da 45 anni.
Tieni presente che, dal 72 lui poi si era trasferito a Roma, nel frattempo si era sposato, aveva avuto due figli, si era separato e viveva con me, che stavo sul suo stato di famiglia, dal 2001...   
poi comincia a condividere il mio profilo con pesanti insulti a me e alla mia professione...... morale della favola le faccio chiudere ben 4 account per gravi offese... e lei li riapre....
Lui sempre piu' angustiato, con sto telefono che, una sera, ha toccato l'apice di 180 piccoli squilli nel giro di un'ora con l'anonimo.. era lei...per avere un chiarimento e dirle di smetterla ho la malaugurata idea di darle il mio numero di telefono...
Arimaledetta me: a parte l'invasione di email su facebook...( ho tutto conservato, dagli sms alle mail).....lui sempre piu' agitato, poveraccio, il fratello mi confida che gli era salita la pressione una sera che non c'ero che lei lo aveva tartassato e lui l'aveva dissuasa grandemente dicendole di non rompere piu' i cosidetti... aveva pregato suo fratello di non dirmi nulla, aveva paura, per quanto son fumina, che avrei preso la macchina e mi sarei sciroppata i 470 km che ci separano per menarla.......
iIl 26 gennaio 2011 lui si sente male, lo trovo a terra in cucina...dopo 4 giorni e' venuto a mancare.
La persona che ci disturbava non sapeva nulla tanto che, anche in ospedale, con lui in coma, continuava a tempestarci di sms....il 4 febbraio (tutto documentato), all'apice della disperazione, le scrivo una email su facebook maledicendola ampiamente..... la cretina non sapeva che lui fosse morto e mi risponde che avrebbe riferito tutto a lui... lascio perdere....
Non sapendo come sapere che fine avesse fatto lui, a marzo, visto che era stata invitata a smetterla anche dal figlio di lui che viveva con noi e che sapeva la storia, ha la bella idea di telefonare al fratello del mio compagno che, essendo a conoscenza della situazione, le annuncia che lui e' morto e viene mandata a quel paese ancora una volta.
Non mi dilungo a raccontarti che altro ha fatto, mi ha fatto passare a me per la stalker, pubblicando cose false e ritoccate e, in ultimo, dice in giro che lei era la vera moglie di lui...ora, a meno che lui non avesse un elicottero privato di cui sconoscevo l'esistenza, sta pazza mi deve dire quando l'ha visto, visto che lui non si e' mai inventato scuse strane, il sabato e la domenica stava con me cosi' come nelle feste comandate...
Ho saputo dopo che lui l'aveva rifiutata.......ma ormai era troppo tardi.
Se devi pubblicare, ometti il mio nome per favore, sono in depressione reattiva da un anno.
Un abbraccio"

Se vuoi raccontare la tua storia scrivici a: vifast.italia@gmail.com


sabato 18 agosto 2012

VIOLENZA PSICOLOGICA: IL PARTNER MANIPOLATORE. Il cattivo partner di oggi potrebbe essere l'accusatore di (falso) Stalking di domani


Sei Vittima di False Accuse di Stalking e vuoi raccontare la tua storia?
Sei un legale, uno psicologo, un associazione e vuoi inviarci dei contributi da pubblicare? Scrivici a: vifast.italia@gmail.com


La manipolazione affettiva nella coppia: riconoscere ed affrontare il cattivo partner

Manipolare l’altro significa sfruttarlo per il proprio vantaggio. La manipolazione ordinaria, i piccoli trucchi, fanno parte della vita quotidiana di ogni coppia; il perverso narcisista, invece, seduce per meglio colpire dopo.
Dà l’impressione di farsi in quattro per la sua compagna ma, in realtà il suo scopo è quello di distruggere, e possiede l’arte di rovesciare ogni situazione presentandosi come vittima. 
Grazie ad una manipolazione costante ed insidiosa, egli modella, a forza di critiche, la personalità stessa dell’altro, che perde la sua autostima e la sua volontà, sfociando nella depressione, ormai dipendente, incapace di andare avanti…
Questa violenza psicologica é distruttiva quanto la violenza fisica. 
Attingendo a molti casi concreti Pascale Chapaux-Morelli e Pascal Couderc aiutano ad individuare questo tipo di profilo e ad uscire dalla dipendenza, per potersi ricostruire.

Che cosa potete fare se il vostro manipolatore, dopo che gli siete sfuggite e gli avete pure fatto l'affronto di osare ribellarvi vi denuncia per Stalking?

Non potete fare NIENTE.
A meno che voi non l'abbiate denunciato prima, e anche li dipende come è stata trattata la vostra denuncia e/o se sono stati aperti dei procedimenti contro il vostro accusatore, in ogni caso potete fare ben poco.
La legge dice che "La sussistenza dei gravi indizi si fonda sulle dichiarazioni della persona offesa che, come è noto, possono essere assunte, anche da sole, come prova della responsabilità della persona accusata, non ne
cessitando le stesse di riscontri esterni."
quindi voi, in quanto IMPUTATI, siete Stalker fino a prova contraria perchè chi vi accusa dice così.


Inoltre voi, in quanto Imputati, non potete chiedere una perizia psichiatrica per chi vi accusa, cosa che dovrebbe poter essere invece NORMALE E PREVISTA onde poter certificare che chi accusa non sia invece mentalmente disturbato. Voi lo sapete che lo è, ma il giudice no, quindi non lo potete dimostrare.


Potete, se vi va e se avete soldi da spendere, andare in terapia che comunque male non fa, e farvi periziare voi (a VOSTRE spese ovvio, e sempre se il tribunale non ve la ordina prima a voi, che siete imputati, una perizia psichiatrica) facendovi certificare eventuali danni da stress ecc, che sicuramente avrete e poi presentare la vostra perizia al giudice nella vostra memoria difensiva, ma anche così non avete garanzia di essere presi in considerazione: sta tutto al buonsenso del giudice.


Emblematica in tema di perizie e loro considerazione, la storia di Natascia Berardinucci




Se invece avere avuto a che fare con questo soggetto dallo psicologo/psichiatra vi ci aveva già mandato, documentate tutto e citate il vostro psico in lista testi.


Ma se non è un professionista abilitato per il tribunale aspettatevi che ciò che dirà in udienza a vostra discolpa valga poco e/o venga respinto dall'avvocato della controparte..............
e comunque c'è una simpatica sentenza del Tribunale di bari del 13 Aprile 2010 che dice che lo "Stalker" è punibile anche se in cura da uno psichiatra............ forse l'hanno fatta perchè gli stalker veri non facessero l'escamotage di farsi passare per pazzi per restare impuniti.............. ma invece AI PAZZI VERI che fanno false accuse chi ci pensa???? Chi ci difende da loro?
Successivamente invece, con sentenza del Tribunale di Milano nel Novembre 2010, lo stalker della Hunziker viene assolto perchè "incapace di intendere e di volere" e perchè, questo è IMPORTANTISSIMO "I FATTI RISALGONO AL 2008 PRIMA DELL'ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE SULLO STALKING."
Insomma, sentenze contrastanti e solo tanta confusione.


Insomma, per come è fatta la legge pare proprio che se siete imputati per Stalking in seguito a False Accuse mossevi da soggetti astiosi e manipolatori possiate fare ben poco per difendervi adeguatamente.




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venerdì 17 agosto 2012

False Vittime di Stalking: cercare di aiutarle per poi ritrovarsi a doversi difendere da loro. Intervista a Paola Caio


Sei Vittima di False Accuse di Stalking e vuoi raccontare la tua storia?
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Paola Caio è una donna, impegnata nell’aiuto verso le vittime di comportamenti persecutori. 
Stalking: prima non "esisteva", poi se ne è parlato un pò. 
Ora è una realtà, più reale che mai, insieme alle FALSE ACCUSE DI STALKING.
Si parla perlopiù di donne che ne sono le autrici, la maggior parte delle volte in contesti di separazioni conflittuali, MA NON BISOGNA TUTTAVIA DIMENTICARE CHE SONO MOLTE LE DONNE VITTIME DI FALSE ACCUSE DI STALKING DA PARTE DEGLI UOMINI: EX COMPAGNI, EX MARITI, EX FIDANZATI.
Le FALSE ACCUSE DI STALKING sono la nuova, subdola frontiera della Violenza sulle Donne.

Intervista a Paola Caio:

"Entriamo in questo fragile discorso con Paola Caio, mamma coraggio, che abbiamo già visto ospite a trasmissioni quali Mattino 5 con Claudio Brachino; Pomeriggio 5 con Barbara d’Urso; Rai Uno con Caterina Balivo, Rai Due con Senette; Rai uno a "La vita in diretta". Due volte dal Maurizio Costanzo Show e una presenza sui canale di La7, sempre a raccontare, sottolineare, la sua "seconda Vita" adoperata al sostegno psicologico di donne vittima di stalkers.

[...]
Paola Caio ha iniziato poi il suo impegno sociale attraverso un’ Associazione.
Si, collaborando attivamente come Presidente dell’Associazione Italiana vittime della violenza in cui sono rimasta in carica per tre anni, poi ho deciso di dimettermi, in quanto non condividevo alcune cose all’interno della Associazione stessa. Si era deciso che la politica rimanesse FUORI, … invece ... Anni fa si parlava poco o niente di violenza sulle donne, i dati parlano chiaro: ogni anno muoiono a causa della violenza molte donne , troppe. Da allora mi sono sempre informata sui decessi per violenza. Ho contattato alcune madri e familiari e insieme abbiamo fondato una Associazione.

[...]
Si sottolineava, nell’introduzione al nostro incontro, come alcune vittime di stalkers, siano invece false vittime e si rivelino poi pericolose nemiche. Aiutare, cioè, persone, che lamentino violenze subite, e ritrovarsi poi a doverle combattere. L’assurdità di andare incontro allo stalker, cosa che mai nessuno penserebbe di fare. Ma è un problema che esiste ed è giusto evidenziarlo. Chi sono queste false vittime?
Non tutte le donne sono vere vittime della violenza. Alcune donne, rare per fortuna, usano questo sistema per vendicarsi dei torti subiti da parte del loro compagno, marito, fidanzato, denunciano per il solo gusto di far del male; per togliere la patria potestà dei figli al padre denunciato, o vedere il proprio ex in difficoltà, al limite dell’esaurimento nervoso o della propria morte. Anche se non sempre riescono nel loro intento di vendetta . Purtroppo è facile essere raggirati, almeno nel contatto iniziale, da queste false vittime, perchè il loro racconto è pieno di continue violenze, soprattutto psicologiche, messe in atto dai mariti, contro loro stesse o i propri figli. Denuncie che poi risultano vere e proprie falsità, ma armi potenti, perchè messe per iscritto. Denuncie successivamente smascherate, ma che portano altrettanta ingiustizia, durante il loro percorso. Pensiamo a due episodi, con cui altrettante donne extracomunitarie non volevano che i mariti vedessero i propri figli, solo ed esclusivamente perchè il loro rapporto affettivo era finito. In un caso la donna ha costruito la denuncia di violenza contro i suoi bambini; nell’altro caso si è parlato di violenza sessuale, mentre invece c’era un rapporto consenziente.

Poi ci sono le donne fragili, emotivamente instabili provate dalla vita, incapaci di relazionarsi col prossimo: quelle che non accettano i loro insuccessi nella vita. Quelle che usano mezzi diffamatori per demolire psicologicamente le persone che, nel corso del loro operato, sono riuscite a portare a termine casi difficili, andati a buon fine, grazie alla competenza e alla discrezione . 

Come è possibile che riescano ad entrare in contatto con associazioni di lotta alle violenze, loro stesse, che la violenza la usano?
Da qualche anno i gruppi antiviolenza sono aumentati a dismisura. Tutti capaci di aiutare il prossimo. Si definiscono laureati, criminologi, psicologi ecc. ecc., ma quanti di questi personaggi lo sono davvero, in termini di competenza provata? E’ cosi che molti aiuti partono in automatico e ci si rende conto, più o meno in ritardo, di aver aiutato persone sbagliate. L’importante è accorgersene il prima possibile.

Ci sono donne che avvicinano associazioni di lotta alle violenze, o persone specifiche, come te, utilizzando racconti fittizi, per averne un rendiconto, e che si rivelano un potenziale pericolo per le persone e le associazioni stesse; rovinando anche la figura delle donne che, invece, in pericolo lo sono davvero. Hai conosciuto problematiche di questo tipo?
Io stessa sono tutt’oggi oggetto di STALKING da parte di una persona, conosciuta tramite il network Facebook, utilizzato ormai da tutti per comunicare con più persone possibile. Ho avuto qualche contatto via mail; ho conosciuto personalmente la persona in questione, ma resami conto della realtà delle cose, e cioè della infondatezza dei suoi racconti, ho chiuso i contatti con questa persona e da allora non mi sono piu fatta sentire, né via mail , né con telefonate, né tramite Facebook. Anche dal fatto che sono stata BANNATA, cancellata, dalla persona stessa.
All’inizio le avevo creduto ciecamente, talmente era abile nel professarsi vittima. Poi, piano piano, come era logico accadesse, tutti i nodi sono venuti al pettine e mi sono allontanata. Non sopporto il vittimismo inesistente, ne è da assimilare per lungo tempo. Da allora non ho più pace. Da persona che concede aiuto, sono diventata, in modo assurdo, una vittima di stalking.

Senza entrare nei particolari, ma che atteggiamenti ha preso, verso di te, questa persona, per essere apostrofata come stalker?
Mi sta accusando di farle telefonate minacciose,  addirittura di morte, naturalmente prive di fondamento. Prende contatti con associazioni o persone, che sono in rapporti con me, per "sputtanare" letteralmente la mia persona. Ha messo in essere denunce con false accuse.
Paola, di norma, queste tipo di denuncie vengono poi analizzate nello specifico, e se risultano false c’è l’avvio dell’operato delle forze dell’ordine, per riportare la realtà nella sua giusta forma. Questo tipo di comportamenti danneggiano, non poco, il vero bisogno di aiuto, che hanno le persone sotto violenza, ed è un tipo di comportamento che va eliminato con fermezza.
Sì, infatti sono già al lavoro le forze di polizia e spero nella loro provata professionalità, nel cercare, dai tabulati telefonici, dalla memoria del PC, o in qualunque altro modo, chi davvero è in fallo. E siano prese serie posizioni in merito. Posizioni che già ora si stanno delineando... e in breve termine.

Ecco la figura che volevamo uscisse e di cui è doveroso tenere conto: la falsa vittima. Proprio quella persona che chiede aiuto, sviando l’attenzione verso vere vittime di violenza, e togliendo a loro aiuti anche vitali. Aiutare una persona non è un gioco e nello stesso tempo non lo è nemmeno il chiedere aiuto. Ringraziamo Paola Caio; le associazioni con cui collabora; le forze dell’ordine, con cui ho avuto modo di dialogare, in questi anni, in relazione a crimini diversi, tra cui lo stalking, perchè è doveroso, lo ripetiamo, evidenziare subito la falsa vittima, il potenziale nuovo stalker, perchè è una figura immatura, che nulla ha a che vedere con una vera vittima. Un invito anche alla conglomerazione delle migliaia di associazioni, in poche, ma più funzionanti realtà, cosi che gli stessi finanziamenti a loro versati, non siano persi in migliaia di piccole inutili azioncine, ma in vere e proprie azioni di contrasto e protezione delle donne e di tutte quelle persone vittime di violenza. Non è una denuncia a salvare la vita, ma tutto quello che si fa dopo."

lunedì 13 agosto 2012

Che cosa è il vero Stalking-FALSE ACCUSE DI STALKING: UN NUOVO ASPETTO DELLA VIOLENZA SULLE DONNE


Sei Vittima di False Accuse di Stalking e vuoi raccontare la tua storia?
Sei un legale, uno psicologo, un associazione e vuoi inviarci dei contributi da pubblicare? Scrivici a: vifast.italia@gmail.com


Paradossalmente il VERO Stalking a volte lo subisce la persona che viene denunciata dalla/dalle persona/e che la denunciano.
E quindi si ha il fenomeno delle False Accuse di Stalking.
Il problema è che poi le Vittime di False Accuse vengono processate, ed in alcuni casi anche CONDANNATE.
Del fenomeno non se ne parla. la legge così com'è si presta a strumentalizzazioni e NON VA BENE, perchè è potenzialmente pericolosa per tutti i cittadini: allo stato attuale delle cose CHIUNQUE può essere denunciato con false accuse per Stalking.
La maggior parte dei casi si ha nelle separazioni tra coniugi, ma si verifica anche il fenomeno delle false accuse di stalking fatte da uomini (spesso sposati o fidanzati) alle loro ex per togliersi di torno delle presenze "scomode" per vari motivi.
Le False Accuse di Stalking fatte da uomini alle donne rappresentano UN NUOVO ASPETTO EMERGENTE E PERICOLOSO DELLA VIOLENZA SULLE DONNE, cosa di cui chi di dovere (associazioni di genere, Magistratura, Forze dell'Ordine, organi di informazione, Psicologi, Avvocati) ed opinione pubblica dovremmo tutti tenerne conto.

Cos'è lo Stalking (fonte: armoniosamente.wordpress.com)


Lo Stalking consiste in una serie di comportamenti ripetuti ed intrusivi di sorveglianza, alla ricerca di un contatto e di comunicazione nei confronti di una vittima che risulta infastidita e/o preoccupata da tali attenzioni o comportamenti.
E’ costituito da:
1. un molestatore (stalker) che individua una persona nei confronti della quale sviluppa un’intensa attenzione;
2. una serie ripetuta di comportamenti con carattere di sorveglianza e/o di comunicazione e/o di ricerca di contatto;
3.  la persona individuata dal molestatore (stalking victim) percepisce come intrusivi e sgraditi tali comportamenti, avvertendoli con un associato senso di minaccia e di paura.


Il fenomeno dello stalking viene considerato nella sua gravità nel momento in cui questo sfocia nell’omicidio o nel suicidio, in realtà, le conseguenze sulla vittima sono numerose e non coincidono necessariamente con la morte di quest’ultima. Tra queste, quelle più frequenti sono i disturbi d’ansia e i disturbi del sonno, ma non è raro trovare anche un disturbo post – traumatico da stress.
 L’art. 612 bis (Atti persecutori):
‘Chiunque ripetutamente molesta o minaccia taluno in modo da turbare  le sue normali condizioni di vita ovvero in modo da porlo in stato di soggezione o grave disagio fisico o psichico, od anche in modo da determinare  un giustificato timore  per la sicurezza personale  propria  o di persona a sé legata  da stabile legame affettivo, e punito a querela della persona offesa  con la reclusione fono a quattro anni …’
Che fare?
E’  importante tenere un diario e registrare le telefonate in modo tale da avere dei dati tangibili da portare senza la presenza di comprovata molestia, le autorità non possono fare molto Lo stalker infatti si “alimenta” dei comportamenti di paura della vittima, ma anche di quelli reattivi, relativi alla rabbia che la persona porta dentro per la situazione che sta sopportando.
 1)  Rivolgersi immediatamente all’ufficio denunce della Polizia: all’ufficiale di polizia giudiziaria incaricato della ricezione della denuncia, in maniera chiara ed articolata,  la successione degli eventi ricordando che:
- Se vi è stata aggressione (fisica o verbale) che ha determinato lesioni e/o stato d’ansia, prima dell’esposizione della denuncia è necessario rivolgersi presso il pronto soccorso dell’ospedale più vicino, narrando i fatti accaduti. Facendo ciò il medico di turno sarà obbligato a stilare un referto medico il quale, oltre a costituire una vera e propria ricezione di notizia di reato, sarà la prova della veridicità dei fatti narrati nell’esposizione della querela.
-  Se vi sono state molestie telefoniche (anche telefonate mute)ricordarsi, qualche giorno prima della denuncia, di annotare possibilmente il giorno e l’ora in cui queste sono pervenute. Anche se ciò è molto fastidioso è necessario attivare il tasto di risposta e tenere in linea l’altra persona per qualche secondo (naturalmente senza instaurare una conversazione), dimodoché il sistema di registrazione dei tabulati telefonici entri in funzione. La molestia telefonica (art. 660 c.p.), anche se ritenuta un reato minore, a volte è l’unico reato che riesce ad incardinare tutto il processo presso il tribunale ordinario e non presso l’ufficio del giudice di pace. Infatti è raro che comportamenti di stalking sfocino in aggressioni fisiche o altre condotte così gravi da permettere di incardinare il processo presso il tribunale ordinario.
2) Riportare in denuncia, con precisione ed in modo particolareggiato,  tutte le frasi offensive o minacciose ricevute, ricordando che le minacce di morte, specie se profferte impugnando armi costituiscono minaccia grave ed incardinano il processo presso il tribunale ordinario. Per quanto riguarda le frasi offensive ricordarsi di citare i testimoni che hanno assistito all’evento
3)Ricordarsi che obbligare qualcuno a fare qualche cosa che non vuole fare (esempio obbligarlo a fermarsi mentre in auto sta percorrendo una pubblica via) integrano il reato, grave, di violenza privata. In situazioni del genere, se possibile, è bene richiedere sul posto l’intervento di una volante (113) che procederà a cristallizzare l’evento e comunque è sempre necessario citare i testimoni presenti ai fatti.
Se non ce la sentiamo di sporgere querela, è comunque possibile esporre i fatti al Questore che procederà ad un ammonimento verbale nei confronti del molestatore che verrà invitato a tenere una condotta conforme alla legge e redigendo processo verbale. 
Se il soggetto ammonito continua a molestare la sua vittima, si procede d’ufficio contro di lui e la pena è aggravata di almeno un terzo
Il fai da te
Se sei una vittima di stalking dovresti:
1) evitare tutti i contatti con lo stalker : questo è un punto di partenza di fondamentale importanza. Non essere gentile con lui/lei, prestare attenzione o avviare contatti con lo stalker potrebbe involontariamente rinforzare la sua condotta. 
Per cui:
- Spiega chiaramente allo stalker che non desideri aver alcun contatto con lui/lei.
- Qualunque forma di contatto, anche se dissuasivo o limitato, può far sperare che la perseveranza un giorno sarà ricompensata da una relazione con la vittima.
- Ogni tentativo di reazione da parte della vittima riconoscono e ricompensano gli sforzi dello stalker per aver un contatto.
- Le vittime devono mostrarsi ferme nella propria decisione di chiudere la relazione.
- Nel caso in cui vittima e stalker dovessero incontrarsi faccia a faccia, la vittima dovrebbe evitare di manifestare qualunque emozione. Se la vittima è sola dovrebbe cercare di incontrare lo stalker in un luogo pubblico o affollato.
- Le vittime dovrebbero anche evitare di fare rappresaglie contro gli stalker per quanto giustificate queste possano sembrare.
2) cercare l’aiuto delle autorità : informare le autorità di polizia locale che sei vittima di uno stalker e che pensi di presentare denuncia se gli episodi dovessero  continuare (ad esempio per più di due settimane). Chiedi una consulenza legale ed informati sui vari gruppi che forniscono consulenza, supporto o aiuto Conserva le prove di ogni contatto con lo stalker. Conserva tutte le prove , le e-mail andrebbero stampate e copiate sul disco fisso, le telefonate andrebbero registrate per giorno e per ora. Tieni una documentazione di tutti gli episodi avvenuti, specificando cosa è successo (gli episodi specifici), quando (ora, giorno e data) e dove.
3)Studiare un piano di sicurezza : a prescindere dal coinvolgimento della polizia o del sistema giudiziario, la vittima dovrebbe essere resa consapevole del fatto di essere responsabile in prima persona della propria sicurezza. La vittima dovrebbe pensare a quali strategie potrebbero aiutarla a sentirsi. A tal fine, le vittime dovrebbero essere incoraggiate ad elaborare un piano di sicurezza per sé e per i propri familiari. Il piano di emergenza dovrebbe prevedere anche il fornire informazioni specifiche alle persone che potrebbero in qualche modo aiutare la vittima.
Tra le principali azioni da mettere in atto sono:
- Fare una lista di numeri di telefono utili (es. della polizia, di amici, di centri per la violenza domestica, di un avvocato, ecc.);
- Fornire a coinquilini, amici, familiari e colleghi informazioni sulla situazione di stalking, in modo tale da ottenere il loro aiuto
- Dare esplicite indicazioni circa le azioni che dovrebbero essere intraprese nel caso di contatti da parte dello stalker;
- Fornire alle persone maggiormente coinvolte (amici, familiari, vicini e colleghi di lavoro), una fotografia o una descrizione dello stalker; chiedere loro di chiamare la polizia ogni volta che sentono rumori sospetti;
- Tenere in macchina una borsa per le emergenze e del denaro, nel caso in cui non fosse possibile rientrare a casa;
- Portare con sé un telefono cellulare, utilizzando la funzione chiamate rapide;
- Cambiare spesso le proprie abitudini di vita;
- Usare una casella di posta privata;
- Se stai subendo molestie on-line dovresti dire allo stalker che queste comunicazioni non sono gradite ed insistere affinché vengano interrotte. Contattare l’amministratore responsabile dei servizi internet per poter bloccare il comportamento indesiderato. Non allegare nessuna firma alle tue mail: quando l’e-mail viene spedita, l’intestazione può contenere informazioni riguardanti caratteri identificativi come il nome e l’indirizzo. Bloccare o ignorare le e-mail sconosciute.
-  Molestie telefoniche: se ricevi telefonate sospette mantieni la calma e cerca di non manifestare alcuna emozione, sposta il ricevitore e lascialo alzato per alcuni minuti e poi riattacca. Annota data e ora della chiamata. Se rispondi ad una telefonata dello stalker, la cosa migliore da fare è riattaccare gentilmente. Buttare giù il ricevitore o gridare può incoraggiarlo. Non rispondere mai al telefono se squilla subito dopo avere chiuso una telefonata con lo stalker. Tieni un telefono cellulare a portata di mano nel caso in cui la linea venisse intasata o manomessa. Richiedi un numero di telefono privato. Il numero dello stalker può essere rintracciato dal gestore telefonico.
Conseguenze dello stalking
Ci possono essere delle reazioni a lungo termine, tra cui quelle più frequenti risultano essere: il cambiamento dello stile di vita, (cambiando lavoro, abitazione, città, stato), la protezione di se stessi (cambiando numero di telefono, usando il cognome da nubile sul lavoro, seguendo corsi di autodifesa o acquistando un arma) e della propria casa (istallando apparecchi tecnologici o sistemi di allarme nei casi più gravi, mentre in quelli blandi cambiando la serratura della porta).
Gli stalker costringono la vittima a dover fare molti cambiamenti significativi nella propria vita. La predisposizione di un piano di sicurezza dovrebbe diventare una priorità. Molte vittime di stalking rinunciano ad andare a trovare amici e parenti e mostrano una limitazione della vita sociale:
- Quasi sempre sono costrette a cambiare numero di telefono e l’e-mail;
- Possono essere costrette a sostenere spese per riparare oggetti di proprietà che sono stati danneggiati (case, automobili, ecc) ;
- Ulteriori spese sono correlati all’installazione di sistemi di sicurezza ed al ricorso a legali o a terapeuti, cambiare lavoro, cambiare casa, compromette un rapporto sentimentale in corso.
Un punto di partenza nella lotta allo stalking è quello di rendere le vittime consapevoli che, se possono far poco, se non nulla, per cambiare la condotta dello stalker, tuttavia possono cambiare in molti modi utili al riguardo le proprie azioni.
 I sintomi psicologici causati dallo stalking non si risolvono immediatamente una volta che le molestie si interrompono:le vittime possono manifestare conseguenze di tipo emotivo per parecchi mesi e i sintomi post-traumatici possono esserepermanenti.