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Percentuale di archiviazioni per i reati di cui agli artt. 388, 570, 572, 612bis (Stalking): oltre il 50% (fonte: Procura della Repubblica di Roma)
Percentuale di False Denunce per Stalking: oltre il 50% (fonte: Ministero dell'Interno)
"Lo Stalking in Italia è una legge giusta, ma spesso usata per fini strumentali" (Barbara Bresci, Magistrato)


Il fenomeno delle False Accuse di Stalking e dell'uso strumentale della legge è una REALTA' SCOMODA di cui ancora non si parla.
Se siete Vittime di False Accuse di Stalking raccontate le vostre esperienze e testimonianze.
Pubblichiamo le vostre storie, link esterni di informazione e contenuti inediti.
Contatti: vifast.italia@gmail.com vifast.associazione@gmail.com
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venerdì 17 agosto 2012

False Vittime di Stalking: cercare di aiutarle per poi ritrovarsi a doversi difendere da loro. Intervista a Paola Caio


Sei Vittima di False Accuse di Stalking e vuoi raccontare la tua storia?
Sei un legale, uno psicologo, un associazione e vuoi inviarci dei contributi da pubblicare? Scrivici a: vifast.italia@gmail.com


Paola Caio è una donna, impegnata nell’aiuto verso le vittime di comportamenti persecutori. 
Stalking: prima non "esisteva", poi se ne è parlato un pò. 
Ora è una realtà, più reale che mai, insieme alle FALSE ACCUSE DI STALKING.
Si parla perlopiù di donne che ne sono le autrici, la maggior parte delle volte in contesti di separazioni conflittuali, MA NON BISOGNA TUTTAVIA DIMENTICARE CHE SONO MOLTE LE DONNE VITTIME DI FALSE ACCUSE DI STALKING DA PARTE DEGLI UOMINI: EX COMPAGNI, EX MARITI, EX FIDANZATI.
Le FALSE ACCUSE DI STALKING sono la nuova, subdola frontiera della Violenza sulle Donne.

Intervista a Paola Caio:

"Entriamo in questo fragile discorso con Paola Caio, mamma coraggio, che abbiamo già visto ospite a trasmissioni quali Mattino 5 con Claudio Brachino; Pomeriggio 5 con Barbara d’Urso; Rai Uno con Caterina Balivo, Rai Due con Senette; Rai uno a "La vita in diretta". Due volte dal Maurizio Costanzo Show e una presenza sui canale di La7, sempre a raccontare, sottolineare, la sua "seconda Vita" adoperata al sostegno psicologico di donne vittima di stalkers.

[...]
Paola Caio ha iniziato poi il suo impegno sociale attraverso un’ Associazione.
Si, collaborando attivamente come Presidente dell’Associazione Italiana vittime della violenza in cui sono rimasta in carica per tre anni, poi ho deciso di dimettermi, in quanto non condividevo alcune cose all’interno della Associazione stessa. Si era deciso che la politica rimanesse FUORI, … invece ... Anni fa si parlava poco o niente di violenza sulle donne, i dati parlano chiaro: ogni anno muoiono a causa della violenza molte donne , troppe. Da allora mi sono sempre informata sui decessi per violenza. Ho contattato alcune madri e familiari e insieme abbiamo fondato una Associazione.

[...]
Si sottolineava, nell’introduzione al nostro incontro, come alcune vittime di stalkers, siano invece false vittime e si rivelino poi pericolose nemiche. Aiutare, cioè, persone, che lamentino violenze subite, e ritrovarsi poi a doverle combattere. L’assurdità di andare incontro allo stalker, cosa che mai nessuno penserebbe di fare. Ma è un problema che esiste ed è giusto evidenziarlo. Chi sono queste false vittime?
Non tutte le donne sono vere vittime della violenza. Alcune donne, rare per fortuna, usano questo sistema per vendicarsi dei torti subiti da parte del loro compagno, marito, fidanzato, denunciano per il solo gusto di far del male; per togliere la patria potestà dei figli al padre denunciato, o vedere il proprio ex in difficoltà, al limite dell’esaurimento nervoso o della propria morte. Anche se non sempre riescono nel loro intento di vendetta . Purtroppo è facile essere raggirati, almeno nel contatto iniziale, da queste false vittime, perchè il loro racconto è pieno di continue violenze, soprattutto psicologiche, messe in atto dai mariti, contro loro stesse o i propri figli. Denuncie che poi risultano vere e proprie falsità, ma armi potenti, perchè messe per iscritto. Denuncie successivamente smascherate, ma che portano altrettanta ingiustizia, durante il loro percorso. Pensiamo a due episodi, con cui altrettante donne extracomunitarie non volevano che i mariti vedessero i propri figli, solo ed esclusivamente perchè il loro rapporto affettivo era finito. In un caso la donna ha costruito la denuncia di violenza contro i suoi bambini; nell’altro caso si è parlato di violenza sessuale, mentre invece c’era un rapporto consenziente.

Poi ci sono le donne fragili, emotivamente instabili provate dalla vita, incapaci di relazionarsi col prossimo: quelle che non accettano i loro insuccessi nella vita. Quelle che usano mezzi diffamatori per demolire psicologicamente le persone che, nel corso del loro operato, sono riuscite a portare a termine casi difficili, andati a buon fine, grazie alla competenza e alla discrezione . 

Come è possibile che riescano ad entrare in contatto con associazioni di lotta alle violenze, loro stesse, che la violenza la usano?
Da qualche anno i gruppi antiviolenza sono aumentati a dismisura. Tutti capaci di aiutare il prossimo. Si definiscono laureati, criminologi, psicologi ecc. ecc., ma quanti di questi personaggi lo sono davvero, in termini di competenza provata? E’ cosi che molti aiuti partono in automatico e ci si rende conto, più o meno in ritardo, di aver aiutato persone sbagliate. L’importante è accorgersene il prima possibile.

Ci sono donne che avvicinano associazioni di lotta alle violenze, o persone specifiche, come te, utilizzando racconti fittizi, per averne un rendiconto, e che si rivelano un potenziale pericolo per le persone e le associazioni stesse; rovinando anche la figura delle donne che, invece, in pericolo lo sono davvero. Hai conosciuto problematiche di questo tipo?
Io stessa sono tutt’oggi oggetto di STALKING da parte di una persona, conosciuta tramite il network Facebook, utilizzato ormai da tutti per comunicare con più persone possibile. Ho avuto qualche contatto via mail; ho conosciuto personalmente la persona in questione, ma resami conto della realtà delle cose, e cioè della infondatezza dei suoi racconti, ho chiuso i contatti con questa persona e da allora non mi sono piu fatta sentire, né via mail , né con telefonate, né tramite Facebook. Anche dal fatto che sono stata BANNATA, cancellata, dalla persona stessa.
All’inizio le avevo creduto ciecamente, talmente era abile nel professarsi vittima. Poi, piano piano, come era logico accadesse, tutti i nodi sono venuti al pettine e mi sono allontanata. Non sopporto il vittimismo inesistente, ne è da assimilare per lungo tempo. Da allora non ho più pace. Da persona che concede aiuto, sono diventata, in modo assurdo, una vittima di stalking.

Senza entrare nei particolari, ma che atteggiamenti ha preso, verso di te, questa persona, per essere apostrofata come stalker?
Mi sta accusando di farle telefonate minacciose,  addirittura di morte, naturalmente prive di fondamento. Prende contatti con associazioni o persone, che sono in rapporti con me, per "sputtanare" letteralmente la mia persona. Ha messo in essere denunce con false accuse.
Paola, di norma, queste tipo di denuncie vengono poi analizzate nello specifico, e se risultano false c’è l’avvio dell’operato delle forze dell’ordine, per riportare la realtà nella sua giusta forma. Questo tipo di comportamenti danneggiano, non poco, il vero bisogno di aiuto, che hanno le persone sotto violenza, ed è un tipo di comportamento che va eliminato con fermezza.
Sì, infatti sono già al lavoro le forze di polizia e spero nella loro provata professionalità, nel cercare, dai tabulati telefonici, dalla memoria del PC, o in qualunque altro modo, chi davvero è in fallo. E siano prese serie posizioni in merito. Posizioni che già ora si stanno delineando... e in breve termine.

Ecco la figura che volevamo uscisse e di cui è doveroso tenere conto: la falsa vittima. Proprio quella persona che chiede aiuto, sviando l’attenzione verso vere vittime di violenza, e togliendo a loro aiuti anche vitali. Aiutare una persona non è un gioco e nello stesso tempo non lo è nemmeno il chiedere aiuto. Ringraziamo Paola Caio; le associazioni con cui collabora; le forze dell’ordine, con cui ho avuto modo di dialogare, in questi anni, in relazione a crimini diversi, tra cui lo stalking, perchè è doveroso, lo ripetiamo, evidenziare subito la falsa vittima, il potenziale nuovo stalker, perchè è una figura immatura, che nulla ha a che vedere con una vera vittima. Un invito anche alla conglomerazione delle migliaia di associazioni, in poche, ma più funzionanti realtà, cosi che gli stessi finanziamenti a loro versati, non siano persi in migliaia di piccole inutili azioncine, ma in vere e proprie azioni di contrasto e protezione delle donne e di tutte quelle persone vittime di violenza. Non è una denuncia a salvare la vita, ma tutto quello che si fa dopo."

lunedì 13 agosto 2012

Che cosa è il vero Stalking-FALSE ACCUSE DI STALKING: UN NUOVO ASPETTO DELLA VIOLENZA SULLE DONNE


Sei Vittima di False Accuse di Stalking e vuoi raccontare la tua storia?
Sei un legale, uno psicologo, un associazione e vuoi inviarci dei contributi da pubblicare? Scrivici a: vifast.italia@gmail.com


Paradossalmente il VERO Stalking a volte lo subisce la persona che viene denunciata dalla/dalle persona/e che la denunciano.
E quindi si ha il fenomeno delle False Accuse di Stalking.
Il problema è che poi le Vittime di False Accuse vengono processate, ed in alcuni casi anche CONDANNATE.
Del fenomeno non se ne parla. la legge così com'è si presta a strumentalizzazioni e NON VA BENE, perchè è potenzialmente pericolosa per tutti i cittadini: allo stato attuale delle cose CHIUNQUE può essere denunciato con false accuse per Stalking.
La maggior parte dei casi si ha nelle separazioni tra coniugi, ma si verifica anche il fenomeno delle false accuse di stalking fatte da uomini (spesso sposati o fidanzati) alle loro ex per togliersi di torno delle presenze "scomode" per vari motivi.
Le False Accuse di Stalking fatte da uomini alle donne rappresentano UN NUOVO ASPETTO EMERGENTE E PERICOLOSO DELLA VIOLENZA SULLE DONNE, cosa di cui chi di dovere (associazioni di genere, Magistratura, Forze dell'Ordine, organi di informazione, Psicologi, Avvocati) ed opinione pubblica dovremmo tutti tenerne conto.

Cos'è lo Stalking (fonte: armoniosamente.wordpress.com)


Lo Stalking consiste in una serie di comportamenti ripetuti ed intrusivi di sorveglianza, alla ricerca di un contatto e di comunicazione nei confronti di una vittima che risulta infastidita e/o preoccupata da tali attenzioni o comportamenti.
E’ costituito da:
1. un molestatore (stalker) che individua una persona nei confronti della quale sviluppa un’intensa attenzione;
2. una serie ripetuta di comportamenti con carattere di sorveglianza e/o di comunicazione e/o di ricerca di contatto;
3.  la persona individuata dal molestatore (stalking victim) percepisce come intrusivi e sgraditi tali comportamenti, avvertendoli con un associato senso di minaccia e di paura.


Il fenomeno dello stalking viene considerato nella sua gravità nel momento in cui questo sfocia nell’omicidio o nel suicidio, in realtà, le conseguenze sulla vittima sono numerose e non coincidono necessariamente con la morte di quest’ultima. Tra queste, quelle più frequenti sono i disturbi d’ansia e i disturbi del sonno, ma non è raro trovare anche un disturbo post – traumatico da stress.
 L’art. 612 bis (Atti persecutori):
‘Chiunque ripetutamente molesta o minaccia taluno in modo da turbare  le sue normali condizioni di vita ovvero in modo da porlo in stato di soggezione o grave disagio fisico o psichico, od anche in modo da determinare  un giustificato timore  per la sicurezza personale  propria  o di persona a sé legata  da stabile legame affettivo, e punito a querela della persona offesa  con la reclusione fono a quattro anni …’
Che fare?
E’  importante tenere un diario e registrare le telefonate in modo tale da avere dei dati tangibili da portare senza la presenza di comprovata molestia, le autorità non possono fare molto Lo stalker infatti si “alimenta” dei comportamenti di paura della vittima, ma anche di quelli reattivi, relativi alla rabbia che la persona porta dentro per la situazione che sta sopportando.
 1)  Rivolgersi immediatamente all’ufficio denunce della Polizia: all’ufficiale di polizia giudiziaria incaricato della ricezione della denuncia, in maniera chiara ed articolata,  la successione degli eventi ricordando che:
- Se vi è stata aggressione (fisica o verbale) che ha determinato lesioni e/o stato d’ansia, prima dell’esposizione della denuncia è necessario rivolgersi presso il pronto soccorso dell’ospedale più vicino, narrando i fatti accaduti. Facendo ciò il medico di turno sarà obbligato a stilare un referto medico il quale, oltre a costituire una vera e propria ricezione di notizia di reato, sarà la prova della veridicità dei fatti narrati nell’esposizione della querela.
-  Se vi sono state molestie telefoniche (anche telefonate mute)ricordarsi, qualche giorno prima della denuncia, di annotare possibilmente il giorno e l’ora in cui queste sono pervenute. Anche se ciò è molto fastidioso è necessario attivare il tasto di risposta e tenere in linea l’altra persona per qualche secondo (naturalmente senza instaurare una conversazione), dimodoché il sistema di registrazione dei tabulati telefonici entri in funzione. La molestia telefonica (art. 660 c.p.), anche se ritenuta un reato minore, a volte è l’unico reato che riesce ad incardinare tutto il processo presso il tribunale ordinario e non presso l’ufficio del giudice di pace. Infatti è raro che comportamenti di stalking sfocino in aggressioni fisiche o altre condotte così gravi da permettere di incardinare il processo presso il tribunale ordinario.
2) Riportare in denuncia, con precisione ed in modo particolareggiato,  tutte le frasi offensive o minacciose ricevute, ricordando che le minacce di morte, specie se profferte impugnando armi costituiscono minaccia grave ed incardinano il processo presso il tribunale ordinario. Per quanto riguarda le frasi offensive ricordarsi di citare i testimoni che hanno assistito all’evento
3)Ricordarsi che obbligare qualcuno a fare qualche cosa che non vuole fare (esempio obbligarlo a fermarsi mentre in auto sta percorrendo una pubblica via) integrano il reato, grave, di violenza privata. In situazioni del genere, se possibile, è bene richiedere sul posto l’intervento di una volante (113) che procederà a cristallizzare l’evento e comunque è sempre necessario citare i testimoni presenti ai fatti.
Se non ce la sentiamo di sporgere querela, è comunque possibile esporre i fatti al Questore che procederà ad un ammonimento verbale nei confronti del molestatore che verrà invitato a tenere una condotta conforme alla legge e redigendo processo verbale. 
Se il soggetto ammonito continua a molestare la sua vittima, si procede d’ufficio contro di lui e la pena è aggravata di almeno un terzo
Il fai da te
Se sei una vittima di stalking dovresti:
1) evitare tutti i contatti con lo stalker : questo è un punto di partenza di fondamentale importanza. Non essere gentile con lui/lei, prestare attenzione o avviare contatti con lo stalker potrebbe involontariamente rinforzare la sua condotta. 
Per cui:
- Spiega chiaramente allo stalker che non desideri aver alcun contatto con lui/lei.
- Qualunque forma di contatto, anche se dissuasivo o limitato, può far sperare che la perseveranza un giorno sarà ricompensata da una relazione con la vittima.
- Ogni tentativo di reazione da parte della vittima riconoscono e ricompensano gli sforzi dello stalker per aver un contatto.
- Le vittime devono mostrarsi ferme nella propria decisione di chiudere la relazione.
- Nel caso in cui vittima e stalker dovessero incontrarsi faccia a faccia, la vittima dovrebbe evitare di manifestare qualunque emozione. Se la vittima è sola dovrebbe cercare di incontrare lo stalker in un luogo pubblico o affollato.
- Le vittime dovrebbero anche evitare di fare rappresaglie contro gli stalker per quanto giustificate queste possano sembrare.
2) cercare l’aiuto delle autorità : informare le autorità di polizia locale che sei vittima di uno stalker e che pensi di presentare denuncia se gli episodi dovessero  continuare (ad esempio per più di due settimane). Chiedi una consulenza legale ed informati sui vari gruppi che forniscono consulenza, supporto o aiuto Conserva le prove di ogni contatto con lo stalker. Conserva tutte le prove , le e-mail andrebbero stampate e copiate sul disco fisso, le telefonate andrebbero registrate per giorno e per ora. Tieni una documentazione di tutti gli episodi avvenuti, specificando cosa è successo (gli episodi specifici), quando (ora, giorno e data) e dove.
3)Studiare un piano di sicurezza : a prescindere dal coinvolgimento della polizia o del sistema giudiziario, la vittima dovrebbe essere resa consapevole del fatto di essere responsabile in prima persona della propria sicurezza. La vittima dovrebbe pensare a quali strategie potrebbero aiutarla a sentirsi. A tal fine, le vittime dovrebbero essere incoraggiate ad elaborare un piano di sicurezza per sé e per i propri familiari. Il piano di emergenza dovrebbe prevedere anche il fornire informazioni specifiche alle persone che potrebbero in qualche modo aiutare la vittima.
Tra le principali azioni da mettere in atto sono:
- Fare una lista di numeri di telefono utili (es. della polizia, di amici, di centri per la violenza domestica, di un avvocato, ecc.);
- Fornire a coinquilini, amici, familiari e colleghi informazioni sulla situazione di stalking, in modo tale da ottenere il loro aiuto
- Dare esplicite indicazioni circa le azioni che dovrebbero essere intraprese nel caso di contatti da parte dello stalker;
- Fornire alle persone maggiormente coinvolte (amici, familiari, vicini e colleghi di lavoro), una fotografia o una descrizione dello stalker; chiedere loro di chiamare la polizia ogni volta che sentono rumori sospetti;
- Tenere in macchina una borsa per le emergenze e del denaro, nel caso in cui non fosse possibile rientrare a casa;
- Portare con sé un telefono cellulare, utilizzando la funzione chiamate rapide;
- Cambiare spesso le proprie abitudini di vita;
- Usare una casella di posta privata;
- Se stai subendo molestie on-line dovresti dire allo stalker che queste comunicazioni non sono gradite ed insistere affinché vengano interrotte. Contattare l’amministratore responsabile dei servizi internet per poter bloccare il comportamento indesiderato. Non allegare nessuna firma alle tue mail: quando l’e-mail viene spedita, l’intestazione può contenere informazioni riguardanti caratteri identificativi come il nome e l’indirizzo. Bloccare o ignorare le e-mail sconosciute.
-  Molestie telefoniche: se ricevi telefonate sospette mantieni la calma e cerca di non manifestare alcuna emozione, sposta il ricevitore e lascialo alzato per alcuni minuti e poi riattacca. Annota data e ora della chiamata. Se rispondi ad una telefonata dello stalker, la cosa migliore da fare è riattaccare gentilmente. Buttare giù il ricevitore o gridare può incoraggiarlo. Non rispondere mai al telefono se squilla subito dopo avere chiuso una telefonata con lo stalker. Tieni un telefono cellulare a portata di mano nel caso in cui la linea venisse intasata o manomessa. Richiedi un numero di telefono privato. Il numero dello stalker può essere rintracciato dal gestore telefonico.
Conseguenze dello stalking
Ci possono essere delle reazioni a lungo termine, tra cui quelle più frequenti risultano essere: il cambiamento dello stile di vita, (cambiando lavoro, abitazione, città, stato), la protezione di se stessi (cambiando numero di telefono, usando il cognome da nubile sul lavoro, seguendo corsi di autodifesa o acquistando un arma) e della propria casa (istallando apparecchi tecnologici o sistemi di allarme nei casi più gravi, mentre in quelli blandi cambiando la serratura della porta).
Gli stalker costringono la vittima a dover fare molti cambiamenti significativi nella propria vita. La predisposizione di un piano di sicurezza dovrebbe diventare una priorità. Molte vittime di stalking rinunciano ad andare a trovare amici e parenti e mostrano una limitazione della vita sociale:
- Quasi sempre sono costrette a cambiare numero di telefono e l’e-mail;
- Possono essere costrette a sostenere spese per riparare oggetti di proprietà che sono stati danneggiati (case, automobili, ecc) ;
- Ulteriori spese sono correlati all’installazione di sistemi di sicurezza ed al ricorso a legali o a terapeuti, cambiare lavoro, cambiare casa, compromette un rapporto sentimentale in corso.
Un punto di partenza nella lotta allo stalking è quello di rendere le vittime consapevoli che, se possono far poco, se non nulla, per cambiare la condotta dello stalker, tuttavia possono cambiare in molti modi utili al riguardo le proprie azioni.
 I sintomi psicologici causati dallo stalking non si risolvono immediatamente una volta che le molestie si interrompono:le vittime possono manifestare conseguenze di tipo emotivo per parecchi mesi e i sintomi post-traumatici possono esserepermanenti.